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Antonino Cannavacciuolo non si sente un innovatore, “vado in profondità perdendomi nei sapori della tradizione, cercando di riportarli alla luce in una nuova forma, nel rispetto del valore di ogni ingrediente”. E nella sua cucina i ricordi della sua terra, la Campania, si manifestano con evidenza, in una sintesi tra Nord e Sud. “Tra i capisaldi della mia cucina c’è sicuramente il limone -afferma lo chef – perché nella tradizione campana è tutto: un aroma, un dessert, un medicinale e un rinfrescante”. Nel 1999 assume, insieme alla moglie Cinzia Primatesta la gestione della dimora storica in stile moresco Villa Crespi a Orta San Giulio, di cui ricopre il ruolo di chef patron. Nel 2003 Cannavacciuolo riceve la prima stella Michelin e nel 2006 gli viene conferita la seconda. E’ anche volto noto in televisione per essere stato giudice di Master Chef e conduttore di Cucine da Incubo e della trasmissione Ci pensa Antonino.

“La cucina tecnologica non è per tutti, è per chi sa già cucinare. Avviene come con le auto, per arrivare a guidare una Ferrari devi imparare su un’utilitaria. Una volta che ci si è impratichiti e si viene contagiati dalla passione, si aspira al meglio: è quello il momento per il salto tecnologico”

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