Nella ristrutturazione di questo appartamento tutto ruota attorno alla riscoperta dei pavimenti originali di un secolo fa; dettagli contemporanei fanno da corollario a mobili del passato restaurati con cura, alcuni di famiglia e altri trovati nei mercatini

Il quartiere Monteverde, alle spalle del Gianicolo, è una zona residenziale tranquilla della capitale, con molte zone verdi (tra cui il parco Doria Pamphilj, il più esteso della città), sembra di stare in collina anche se si è poco fuori dal centro. Questo appartamento si trova al settimo piano di un palazzo degli anni ’30, ha doppi affacci, di cui uno su una delle principali piazze del quartiere, che permettono di spaziare con lo sguardo fino all’Eur e contemplare le colline dei Castelli Romani. La doppia esposizione, inoltre, permette un’ottima illuminazione naturale della zona giorno durante l’arco dell’intera giornata.

La rimozione del pavimento in linoleum sovrapposto all’esistente ha riportato alla luce le mattonelle in graniglia risalenti al periodo di costruzione, in ottimo stato; si è perciò deciso di mantenerle, rinnovando le stuccature ove necessario e provvedendo al ripristino di minime sbrecciature con un prodotto molto simile nel colore, per poi procedere alla rilucidatura a macchina. In ogni stanza sono presenti mobili recuperati nei mercatini, come la panchina posizionata nel corridoio, e pezzi di famiglia, come la sedia da barbiere di fronte allo scrittoio: tutti sono stati sapientemente restaurati da artigiani abruzzesi della provincia teramana, le sedie e la panchina sono stati ritappezzati; dallo stesso tappezziere sono stati realizzati anche i tendaggi, mentre i mobili su misura sono ad opera di un falegname locale.

In ogni stanza si è voluto ripristinare lo spirito dell’epoca in un attento equilibrio tra vecchio e nuovo; per questo anche le canne del riscaldamento centralizzato a termosifoni sono state lasciate a vista. Insieme al rosso della graniglia, il grigio e l’azzurro sono i colori attorno ai quali si snoda l’intero progetto, in un rimando di motivi e dettagli, dai cuscini agli oggetti di design.

L’intervento

Gli interventi sulle murature sono stati minimi, anche perché quasi tutte sono portanti e di elevato spessore, così come quelle perimetrali, perciò non è stato necessario isolare termicamente dall’interno. Sono invece completamente nuovi gli impianti idraulico ed elettrico: quest’ultimo, per evitare tagli orizzontali nelle spesse murature, è stato predisposto all’interno del controsoffitto realizzato nel corridoio, diramandolo poi in discesa nelle singole stanze. Il controsoffitto ospita anche l’unità interna del condizionamento estivo, dalla quale partono 4 tubazioni che portano l’aria nelle stanze e la diffondono attraverso bocchette.

Nell’angolo di svolta del corridoio, adiacente alla cucina, una consolle-scrittoio realizzata su disegno definisce una postazione di lavoro nascosta da un’anta a ribalta, sotto la quale è custodito il computer portatile; ai lati due cassettini utilizzabili come svuotatasche. Il colore grigio della consolle si estende anche su una porzione di parete, mentre le nicchie in alto sono evidenziate in rosso per portare una nota di colore intonata alle mattonelle in graniglia.

La cucina, un modello di Stosa, è divisa in due blocchi paralleli collegati, sotto la finestra, da basi di profondità tale da colmare la rientranza tra le spallette e incrementare le possibilità di stoccaggio e di appoggio. Nella parte inferiore delle colonne è nascosta una mini-lavanderia, con lavatrice, lavatoio e ripiani; il nuovo pavimento in cementine esagonali di Tonalite riprende le cromie predominanti nella casa. La parte alta delle pareti è dipinta in grigio come la porta a vetri in ferro, realizzata artigianalmente, che separa gli altri ambienti da fumi e odori, lasciando però passare la luce naturale. Nella stessa tonalità si presentano le altre porte pantografate in legno, di Flessya.

Prima

Nella nicchia del soggiorno, “rubata” alla camera confinante, è stata inserita una libreria laccata su disegno con vani a giorno e contenitori chiusi da ante dipinte riprendendo il grigio delle pareti e il celeste della parete di fondo. Sulla parete a lato del divano, un altro elemento nello stesso stile nasconde il termosifone, la cui presenza è intuibile soltanto dalle tubazioni a vista e dalla griglia per il passaggio del calore. A parete l’applique Foglio di Flos, mentre all’altro lato del divano è posta la lampada da terra Tolomeo di Artemide.

Il soggiorno è stato ampliato a seguito del restringimento della zona d’ingresso del bagno ed essendo i due locali pavimentati in modo diverso, qui rimaneva una striscia di pavimento incoerente con le mattonelle in graniglia. Si è potuto sopperire prelevandole dalla zona in cui era previsto il tavolo da pranzo e posando al loro posto un “tappeto” di cementine di nuova fabbrica dell’azienda spagnola Mosaic del Sur, in tonalità che ben si accostano a una preesistente. La madia Leon di Horm appare diversa a seconda del punto di osservazione: frontalmente viene evidenziato il motivo a righe verticali policrome, ma se ci si sposta di lato prevale l’uniformità in una tonalità più chiara o più scura. Sulla parete laterale l’opera di Antonio Sciortino “cubi spiaccicati”, sul tavolo da pranzo con sedie in stile scandinavo la sospensione Rituals di Foscarini.

Il restringimento del bagno ha dato origine di fatto a un antibagno in cui il lavabo, in stile retrò come la rubinetteria a 3 fori e il sifone a vista, risulta immediatamente fruibile, mentre i vasi sono in secondo piano, davanti alla doccia; a parete l’applique Nasquetta di Fontana Arte. Anche qui è stato posato un nuovo pavimento in graniglia.

Nella cameretta della bambina, una parete è rivestita con una carta da parati a pois che riprende i colori del letto di Twils e degli accessori, contrapponendosi alle pareti grigie. A soffitto la lampada Falkland disegnata da Bruno Munari per Danese, sul comodino la lampada Cuboluce di Cini&Nils. Sullo sfondo, nel corridoio, si intravede la radio d’epoca, ricordo di famiglia.

La camera matrimoniale è stata arredata con mobili di inizio ‘900 appartenuti al bisnonno del padrone di casa, con l’aggiunta di un armadio realizzato su misura, rivestito su un fianco con uno specchio a tutta altezza, e la grande lampada Vertigo di Petite Friture di color corten che sovrasta il letto in ferro verde acqua. I comodini e le cornici delle ante dell’armadio sono stati verniciati dello stesso colore del lampadario. Le due poltroncine della nonna sono state ritappezzate con il tessuto Mongolfiere di Fornasetti.

Progetto: Arch. Francesca Ettorre
Fotografie: Serena Eller

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