Un grande appartamento milanese arredato in maniera sobria e lineare con cura dell’illuminazione e l’obiettivo di creare un comfort senza compromessi
Il palazzo che ospita questo appartamento si trova in uno dei quartieri più suggestivi di Milano, nelle vicinanze dell’Orto Botanico sorto per volontà di Maria Teresa d’Austria dal 1774. L’abitazione ha avuto origine dall’unione di due grandi appartamenti che, a seguito di demolizioni interne e ricostruzioni per ottimizzare la distribuzione degli ambienti, costituiscono ora una sola unità di ben 450 m2.
Gli ingressi sono due: uno per il personale di servizio, che ha spazi di pertinenza in una zona defilata della casa, e uno padronale (foto in alto a destra) che si apre su un ambiente interamente rivestito con parati in rafia di colore scuro che nascondono alcune armadiature d’ingresso. La parete di fondo di questo ambiente è costituita da una vetrata fissa oltre la quale si scorge la sala da pranzo; il portale sulla sinistra conduce invece al grande salone e alla zona divani, che fa cornice a una libreria, progettata dallo studio come gran parte degli altri arredi, con vani a giorno retroilluminati e la parte centrale rivestita in rafia scura che ospita uno schermo TV e un portalegna, voluto per enfatizzare gli eleganti caminetti che caratterizzavano le residenze signorili del passato.
L’intera cucina è stata realizzata su progetto in collaborazione con il marchio Dada del Gruppo Molteni: è composta da un’isola di cottura centrale, un mobile sottofinestra con doppio lavello e una grande parete attrezzata con colonne per gli elettrodomestici. C’è poi una dispensa con una parte a vista, disegnata appositamente con vani a giorno per conservare bottiglie di vini da collezione.
Nella sala da pranzo, sotto il grande specchio circolare bombato, è stato allestito su disegno un finto camino in marmo con cornice in metallo; al centro il tavolo Eero Saarinen di Knoll con piano ovale in marmo, sovrastato dal lampadario Les Acrobates de GRAS N° 326 (DCW Edition) e circondato dalle sedie CAB 413 di Cassina in cuoio autoportante, disegnate da Mario Bellini nel 1977.
A lato della vetrata fissa la madia Diedro in Taba Frisé bianco e Tanganika nero, con struttura in metallo laccato ottone satinato (Gallotti&Radice).
I soffitti sono incorniciati da ribassamenti che nascondono un sistema di illuminazione generale indiretta dimmerabile e l’impianto di filodiffusione che raggiunge ogni stanza.
Nella casa è installato inoltre un sistema di Home Automation molto sofisticato di Control4 che gestisce perfino la movimentazione delle zanzariere. I pavimenti sono tutti in rovere spazzolato posato a spina francese.
Lo studio ospita anche un salotto, uno spazio che può essere reso più intimo chiudendo le due porte vetrate scorrevoli di Rimadesio.
I tessuti si intonano alla finitura delle pareti e del ribassamento retroilluminato del soffitto, una tinteggiatura blu satinata con sfumature verdi scelta tra le proposte di Farrow & Ball.
Nel bagno privato della padrona di casa, una parete dell’ampia doccia è costituita dalla vetrata che dà sul balcone: grazie a un sistema a cristalli liquidi integrato, quando si utilizza la doccia basta premere un pulsante per rendere il vetro opalino e beneficiare della necessaria privacy. I cristalli doccia, in entrambi i bagni padronali, sono dello studio di progettazione bagno Anichini di Firenze, mentre i marmi dei rivestimenti e dei mobili lavabo sono di Salvatori; i termoarredi sono di Margaroli, le rubinetterie di Fantini.
La camera padronale è collegata ad ambienti divisi per marito e moglie: appena fuori dalla camera c’è il bagno di lei e l’accesso alla sua parte di cabina armadio che forma uno spazio guardaroba unico con quella del marito, da cui si accede al bagno di lui.
Per il bagno degli ospiti sono state adottate soluzioni particolari, come il lavabo che scende frontalmente oltre la mensola e un inedito rubinetto a soffitto di Fantini.
Progetto
Andrea Auletta Interiors
Fotografie
Chiara Cadeddu