La soluzione tetto giardino è una eccellente soluzione che permette di ideare, creare e in certi casi recuperare una nuova zona verde unitamente a una serie di importanti vantaggi sia dal punto di vista estetico, sia dal punto di vista dell’isolamento acustico.
Si tratta di una scelta costruttiva importante che necessita di essere pianificata e progettata con grande attenzione.
In particolare con questo articolo si vogliono offre indicazioni e suggerimenti per affrontare questa decisione contando su esperienze e soluzioni che hanno permesso di risparmiare alcune migliaia di euro in termini di impostazione dei lavori, di scelta dei componenti e dei materiali e di manodopera.  

Prima di qualsiasi progetto è necessario conoscere e valutare quelli che sono gli strati funzionali principali del tetto giardino che sono così distribuiti:
strato portante: individuato dalla struttura resistente che supporta direttamente il complesso d’impermeabilizzazione;
strato di tenuta all’acqua:
impedisce la penetrazione delle acque provenienti dall’irrigazione
(naturale o artificiale) e contemporaneamente protegge gli strati
costituenti l’intero sistema che non devono essere bagnati. L’azione è
svolta dalla caratteristica specifica (impermeabilità) dei materiali
costituenti lo strato di tenuta;
strato termoisolante:
ha lo scopo di garantire i valori prefissati di resistenza termica.
L’isolante deve essere calcolato in base alla sua conducibilità termica,
e ha lo scopo principale di tutelare la struttura portante dalle
variazioni di temperatura, anche, in base alla destinazione d’uso
dell’ambiente sottostante. Questo strato non è sempre presente nei tetti
coperti a giardino in quanto il terreno offre buone capacità isolanti,
ma in genere viene impiegato a protezione dello strato di tenuta
all’acqua;
strato drenante:
contribuisce a far defluire le acque provenienti dall’irrigazione e
dall’umidità del terreno; generalmente è costituito da ghiaia 16/32, e
con uno spessore di 8-10 cm e una pendenza non inferiore al 2%
garantisce un buon deflusso dell’acqua; allo strato drenante possono
essere integrati dispositivi a drenaggio migliorato in polietilene o
polistirolo espanso;
strato di terreno:
presenta spessore variabile a seconda della vegetazione impiantata; può
essere inserita una rete di ancoraggio per le radici al fine di fissare
al terreno le piante e proteggerle dall’azione aspirante del vento.


Caratteristiche Generali
La presenza di vegetazione su coperture piane o con lievi pendenze presenta notevoli vantaggi grazie al miglioramento del microclima interno e dell’isolamento acustico, al valore aggiunto acquistato dagli immobili che presentano questa speciale soluzione, e inoltre all’innegabile miglioramento estetico degli stessi edifici e del contesto urbano.
Questa soluzione ha però bisogno di alcuni accorgimenti necessari alla protezione dello strato di tenuta,
che rischia di essere attaccato dalle radici con possibilità di
perforazione e di aggressione chimica; in genere si preferisce
sovrapporre alla membrana impermeabile uno strato isolante (che
garantisce un’efficace protezione), interponendo uno strato filtrante in tessuto poliestere tra la ghiaia drenante e l’isolante stesso.
Nel caso in cui si rinunci allo strato isolante (garantito in maniera sufficiente dal terreno, nel caso di climi temperati), l’impermeabilizzazione
deve essere protetta dalle particolari sollecitazioni provocate dalle
radici delle piante, attacchi chimici e meccanici. Non tutti i materiali
usati per le guaine in commercio sono in grado di resistere a questi
attacchi e, in ogni caso, è opportuno prevedere un apposito strato
protettivo antiradice. Si può sovrapporre allo strato di tenuta uno di
calcestruzzo retinato (è sufficiente uno spessore di 4 cm), o prevedere
particolari soluzioni con sistemi in polistirolo espanso o polietilene
che permettono un drenaggio attraverso sistemi che ricavano apposite
camere d’aria tra il terreno e le guaine, in modo da far defluire
l’acqua e proteggere la guaina stessa. Questi accorgimenti devono però
garantire una elevata resistenza meccanica (il peso del terreno che
grava sullo strato drenante non deve incidere sull’efficacia dello
stesso), e in ogni caso la membrana impermeabilizzante dovrà essere
protetta con sistemi ad hoc come feltri di protezione.
 

Le guaine impermeabilizzanti utilizzate nelle coperture a giardino, presupposta una ineccepibile saldatura, possono essere di due tipi:
guaine a polimeri lunghi,
sintetiche o in caucciù, le cui caratteristiche chimiche sono in genere
sufficienti a garantire una efficace protezione, anche se nella maggior
parte dei casi sono prodotte in fogli sottili, per cui necessitano di
uno o più fogli di feltro posati sotto l’inverdimento per una maggiore
resistenza meccanica;
guaine bituminose, in genere non
resistenti alle radici, si usano solo se prodotte con tecniche speciali,
quali un’armatura in rame o particolari trattamenti chimici antiradice.
 

Lo spessore
dello strato di terreno va da 15-30 cm, per vegetazione bassa o manti
erbosi, fino a 1 m in presenza di piccoli alberi e arbusti; per
impiantare alberi d’alto fusto si rende necessario creare spazi appositi
per mezzo di vasconi speciali (di altezza e ampiezza sufficienti per
assicurare lo sviluppo delle radici) posti in opera sullo strato
drenante.
La superficie di copertura può essere
occupata per intero dal giardino, oppure prevedere delle zone per il
soggiorno e la circolazione dei pedoni; in questo caso bisogna trattare
in maniera differenziata le due zone (giardino e lastricata,
preferibilmente con la soluzione di pavimento galleggiante) isolando il
giardino con muretti autoportanti.
Gli strati che
compongono l’inverdimento sulla copertura sono esposti all’azione del
vento, che spesso ne mette a rischio la stabilità: l’effetto aspirante
del vento di forte intensità è particolarmente pericoloso sui bordi
della copertura, mentre nelle zone centrali il giardino reagisce
all’azione del vento col solo peso proprio. Ai margini della copertura
invece si rende necessario un adeguato appesantimento, mediante la posa
in opera di ghiaia (in edifici di altezza limitata) o piastre in
calcestruzzo, indispensabili in fabbricati di altezza superiore a 20
m.
 

La vegetazione presente su una copertura
può essere classificata in due gruppi che si differenziano in
particolare per il grado di manutenzione di cui necessitano:
– inverdimento di tipo estensivo, caratterizzato da una manutenzione ridotta a uno o due interventi annui, dopo il primo o secondo anno dall’impianto;
– inverdimento di tipo intensivo, che richiede una manutenzione continua per quello che riguarda l’irrigazione, la concimazione e la potatura.
 

L’impianto estensivo è
strutturato in maniera tale che l’irrigazione e la concimazione possano
avvenire quasi esclusivamente attraverso processi naturali, mediante
l’impiego di vegetazione a sviluppo assai contenuto in altezza,
caratterizzata da radicamento veloce, sufficiente resistenza a gelo e
siccità, buona autorigenerazione. Oltre alla riduzione della
manutenzione, si ottiene così uno spessore del terriccio limitato fino a
15 cm, in modo da ottenere dei carichi di esercizio delle
stratificazioni funzionali organiche e chimiche compresi tra 75 e 150
kg/mq. Tali caratteristiche suggeriscono l’impiego del tipo di impianto
estensivo su coperture di grandi superfici, come capannoni industriali,
grazie anche ai ridotti costi di realizzazione.
 

L’inverdimento di tipo intensivo
è invece caratterizzato da vegetazione assai varia, da quella bassa
(tappeti erbosi, cespugli) agli arbusti, agli alberi. In questo caso è
richiesta una regolare manutenzione, e inoltre lo spessore del terreno e
degli strati drenanti e di protezione varia da 30 cm fino a 1 m; di
conseguenza i carichi di esercizio superano i 150 kg/mq. L’impianto
intensivo è utilizzato in particolare su terrazze pedonabili e non, per
la creazione di veri e propri giardini pensili.
  

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