Due colori opposti, da cui tutto ha origine e si evolve, sono alla base di un sofisticato progetto che ha interessato un’intera abitazione e che trionfa nelle camere da letto complete di bagno e guardaroba propri

Tre camere spaziose con bagno e guardaroba integrati occupano l’intero primo piano di un’abitazione ristrutturata ad Arezzo, nata dalla trasformazione di un edificio da unifamiliare a bifamiliare; le zone giorno sono a piano terra, nel seminterrato ci sono i locali di servizio.

La casa nasce dalla fusione del bianco e del nero, due cromie antitetiche, ma complementari come lo yin e lo yang del Taoismo cinese. La master bedroom, la camera degli ospiti e quella dei figli hanno sviluppi e importanza decrescenti e si presentano con bagno e guardaroba che fanno da filtro all’ingresso; per integrare questi spazi di servizio sono state sfruttate zone marginali piuttosto che porzioni delle stanze stesse. Il concetto del bagno è stato sviluppato in modo che possa anche rimanere aperto senza interferire con la camera, anzi, diventando una sua estensione e facendola apparire ancora più grande, mentre le superfici in vetro verniciato nero nascondono le parti funzionali. Grandi cornici a sbalzo in prossimità del soffitto movimentano le geometrie delle stanze.

L’intervento

Per definire lo sviluppo delle tre camere l’intero piano è stato svuotato dalle partizioni interne; tutte le parti nere sono state riportate dopo aver delineato i nuovi spazi con finiture bianche “velvet touch”. Il pavimento è un parquet prefinito in listoni di rovere che, dopo la posa, è stato ulteriormente trattato con una finitura coprente in nero assoluto, in virtù della quale la vena del legno si manifesta soltanto osservandolo in controluce. Gli ambienti sono puliti ed essenziali, c’è tutto quello che serve, ma nient’altro: il di più è a discrezione di chi li vive e dev’essere moderato.

Nella camera per gli ospiti, la parte con il lavabo in appoggio su mobile realizzato su disegno può essere lasciata a vista, mentre i vetri scuri nascondono la doccia. Sopra il lavabo uno specchio realizzato su disegno appoggia su un pannello bianco retroilluminato, in un gioco di superfici sovrapposte; il letto appoggia su una struttura in vetro e sembra sospeso.

Il guardaroba per gli ospiti ha giustamente una dimensione contenuta, accessibile tramite ante a battente in vetro verniciato nero che risultano complanari alla parte fissa su cui è installato lo schermo TV. Le cornici a sbalzo incorporano corpi illuminanti superiori e inferiori, oltre a contenere tutta la restante impiantistica.

È il letto il vero protagonista

Il letto collocato a centro stanza, realizzato su disegno, ha una forma cilindrica e sembra “dare un morso” al prisma in Corian le cui forme spigolose, oltre che il colore, contrastano decisamente con lo sviluppo circolare del letto. Il prisma, perfettamente allineato con il volume del guardaroba, definisce idealmente la prosecuzione dello spazio di transito.

L’importanza dei bagni segue la gerarchia delle camere: quello della master bedroom ha uno sviluppo di circa 2,5 volte quello delle altre camere ed è racchiuso insieme al guardaroba all’interno di un volume a forma di parallelepipedo costruito a secco con sistemi in cartongesso.
Il pavimento rimane distanziato dalla grande finestra che si sviluppa in altezza dal piano terra, generando un’intercapedine che lascia percepire il living sottostante pur non consentendo l’affaccio, essendo protetta in verticale da una superficie vetrata.
Il parquet risale la parete a lato del mobile lavabo realizzato su disegno in pietra acrilica con inserti in legno, mentre la parete di fondo è rivestita in grès bianco a effetto cassero

Progetto: Studio Svetti Architecture – Emanuele Svetti Architetto
Collaboratori: Martina Nocentini Arch. e Francesco Gailli Arch.
Impresa Edile: Edil P
Fotografie: Francesca Pagliai

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