Sono facili da installare, hanno costi accessibili e richiedono pochissima manutenzione: le piscine fuori terra permettono piacevoli momenti di relax nella bella stagione e non hanno bisogno di alcuna autorizzazione, fatta eccezione per i modelli con strutture più importanti che hanno bisogno di un basamento cementizio, per le quali il Comune può richiedere la concessione edilizia. Ce ne sono di diverse forme e dimensioni, dalle più economiche costituite da robusti teli in PVC tenuti in posizione da montanti ad appoggio sul terreno o gonfiabili e autoportanti, fino a quelle con rivestimento rigido in legno da fissare a un sottofondo in calcestruzzo. Questo, per le prime, non è necessario: è sufficiente disporre di un terreno livellato e privo di radici o altri elementi che potrebbero arrecare danni al telo; esistono speciali teli di sottofondo da stendere sul terreno per impedire le crescite nell’area interessata dalla piscina. Questi modelli sono sempre equipaggiati del gruppo pompa-filtro per garantire la pulizia dell’acqua, che però spetta a noi controllare e, all’occorrenza, correggere dal punto di vista della disinfezione e dell’acidità, per essere certi di fare sempre un bagno salutare.
La piscina, fuoriterra con struttura portante fissa, va posizionata su un sottofondo solido, piano e regolare: si realizza uno scavo di profondità sufficiente per una platea in calcestruzzo e, a stagionatura avvenuta (almeno 3 settimane), si stende il telo di fondo in rotolo, unendo le strisce con nastro adesivo. Su questo si inizia a disporre gli elementi che costituiscono la base, da unire a incastro; realizzato il primo anello, si verificano le diagonali interne del bacino, poi si prosegue a salire montando anche i rinforzi metallici da tassellare alla platea e posando all’interno il rotolo del liner. Nelle fasi finali di assemblaggio della struttura si incastra lo skimmer; si rivestono i supporti metallici con gli elementi in legno, si realizzano le prefiniture e si riveste il perimetro interno con il telo.
Lungo il perimetro superiore si avvita il profilo sagomato che accoglie il liner dopo averlo disteso; nel liner si realizzano le incisioni per inserire i getti, si collegano le apparecchiature di filtrazione e ricircolo e si effettua il riempimento per tendere bene il telo. L’applicazione del bordo superiore a sbalzo conclude l’installazione.
La clorazione e il pH dell’acqua vanno controllati frequentemente, anche ogni giorno nell’utilizzo intenso: per farlo esistono appositi test, come quello in foto, da immergere nella piscina per prelevare una modesta quantità d’acqua. In questa si aggiungono i reagenti contenuti in due flaconcini (giallo per il cloro e rosso per il pH), si miscela e si confronta la colorazione assunta dall’acqua delle provette con le rispettive tabelle comparative riportate ai lati del kit.
In questa forma il cloro per la disinfezione della piscina ha un effetto a lungo termine e non va mai immesso direttamente nell’acqua della piscina: esistono apposite boe o skimmer in cui inserire la pasticca per consentire un rilascio graduale con efficacia fino a due settimane, anche se molto dipende da quante persone utilizzano la piscina e dall’esposizione dell’acqua a temperature più o meno elevate. Il cloro va utilizzato ogni volta che il test evidenzia una bassa acidità dell’acqua.
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