Come si dice parquet in italiano? Non si dice, ma tutti sanno cos’è e molti lo apprezzano. La parola parquet, nata in Francia poi diffusa in tutti i Paesi europei, in origine s’identificava con parc, ossia parco. Poi, nel tempo, il suo diminutivo – parquet, appunto – è diventato sinonimo di pavimento isolante termico in legno. Ma quali aspetti è necessario tener presenti per la scelta di questo tipo di pavimentazione? I più importanti sono:
Nello specifico, le normative europee (EN) definiscono la qualità degli elementi (in termini di specie legnose, caratteristiche naturali e criteri cromatici), le condizioni generali di fornitura e i livelli di accettazione del prodotto. Queste stesse normative forniscono, inoltre, informazioni tecniche specifiche proprie di ciascun prodotto (per esempio, il contenuto di umidità o le caratteristiche dimensionali), e danno indicazioni sulla posa e sul trattamento necessario per eventuali riparazioni.
Sul mercato, oltre al legno massiccio, si trovano anche i cosiddetti pavimenti “multistrato prefiniti”, cioè composti di uno strato superiore in legno nobile di spessore variabile da 6 millimetri a meno di 1 millimetro. I legni nobili comunemente usati sono il rovere, il doussié, il wengé, l’olivo, il noce, l’iroko, il teak e il faggio. Proprio perché prefiniti in laboratorio, si prestano a finiture particolari: colorazioni della superficie, trattamenti termici per cambiare la tonalità del colore o scurire i listelli in tutto lo spessore (e non solo sulla parte superficiale), la spazzolatura della fibra, per dare un effetto ruvido (trattamento opposto rispetto alla levigatura). La qualità dell’incollaggio tra i vari strati del prefinito è certificato dalla norma UNI EN 314-1:2005 (i prodotti rispondenti a questa normativa sono di qualità superiore).
Per impieghi che richiedono una particolare resistenza all’usura (per esempio, le applicazioni commerciali) sono disponibili elementi in materiale sintetico molto simile al legno. Questi pavimenti, comunemente definiti “in laminato”, sono costituiti da un supporto in pannello di fibra di legno ad alta densità (Hdf) dello spessore di 7-10 millimetri, su cui viene applicata una stampa dell’essenza legnosa scelta e uno strato protettivo ad alta resistenza all’usura. Data l’economicità del materiale e la sua produzione in serie, il costo è sensibilmente inferiore a quello dei prodotti in legno.
La posa del parquet, sia in legno massiccio sia prefinito, può essere effettuata con diversi metodi – galleggiante o flottante, incollata o inchiodata – e con diverse disposizioni dei singoli elementi. La tecnica di posa, il tipo di legno scelto e il posizionamento dei listelli determinano, infatti, il disegno finale della pavimentazione e caratterizzano l’aspetto e l’atmosfera degli ambienti.
Oggi la tecnica dell’incollatura ha di fatto soppiantato l’inchiodatura, che richiede una buona manualità e tavole spesse almeno una ventina di millimetri, con risultati non sempre perfetti. Nella posa galleggiante o flottante, invece, gli elementi sono appoggiati su un piano livellato e su un sottile strato di isolante acustico, incollando gli incastri perimetrali con una colla vinilica (colla fluida a pasta bianca specifica per il legno). Il materiale fonoassorbente impedisce la formazione di zone a diversa sonorità e crea un contatto uniforme tra il parquet e il piano di posa. Questo tipo di posa è usata di solito per il parquet prefinito: di non difficile attuazione è adatta anche al “fai da te” seguendo alcuni importanti accorgimenti.
La scelta della tipologia di legno viene spesso dettata solo dal gusto personale, ma è importante tener presente anche la destinazione d’uso dell’ambiente che si vuole pavimentare, lo stile dell’arredo e, non ultima, la distribuzione degli spazi. Il legno rende accogliente ogni ambiente della casa, dona un’atmosfera rilassante e regala la piacevole sensazione di camminare su un materiale naturale; tuttavia, non tutti i pavimenti in legno hanno le stesse caratteristiche, la stessa adattabilità e lo stesso grado di durezza.
Per prima cosa gli aspetti tecnici: la longevità, l’inalterabilità e la resistenza agli urti e all’attacco dei parassiti di un pavimento in legno dipendono dalle proprietà delle essenze che lo compongono; poi il fattore estetico, che dipende dal colore e dal disegno del legno (oltre che dalla modalità di posa). I criteri di valutazione tecnici da considerare sono:
Secondo poi gli ambienti da rivestire, la loro grandezza, il loro grado di luminosità, la loro forma eccetera, si potranno scegliere le essenze anche rispetto a colore e venature.
Nei casi di posa di un parquet prefinito, la prima decisione da prendere è relativa al tipo di fissaggio: incollare i listelli al sottofondo oppure usare la posa flottante? Vediamo caratteristiche tecniche ed economiche dei due sistemi. Nel caso di posa incollata, la tavola, composta di un supporto di legno dolce – in genere abete o betulla – resterà bloccata sul fondo e non potrà effettuare torsioni, come invece potrebbe accadere alla parte superiore in legno nobile e più nervoso. Questa tecnica, in caso di ambienti particolarmente umidi (come bagni o locali interrati) o in presenza di un riscaldamento a pannelli radianti a pavimento, potrebbe provocare il distacco dalla parte inferiore o la crepatura di quella superiore.
La posa flottante o “galleggiante”, che avviene incollando solo le tavole tra di loro, non anche al massetto sottostante, e interponendo fra questo e il nuovo pavimento un materassino insonorizzante (in polietilene espanso), consente, invece, una più equilibrata distribuzione dei piccoli movimenti di assestamento del legno. Inoltre, in caso di incidenti (allagamenti o rotture dovute a urti) permette una più agevole sostituzione delle tavole rovinate.
La posa incollata necessita, poi, di una preparazione del sottofondo che lo renda perfettamente complanare e solido, in modo da resistere alle deformazioni naturali del legno durante il periodo invernale, quando è acceso il riscaldamento. Questa operazione aggiunge ulteriori costi, oltre all’aumento dei tempi di lavorazione, che invece la posa flottante evita, in quanto dotata di un materassino in grado di compensare una base di posa anche non perfettamente complanare.
Da ultimo, le tavole con una larghezza fra 7 e 9 centimetri, benché ormai meno usata negli appartamenti, richiedono obbligatoriamente la posa incollata: il lato più lungo della tavola, altrimenti, non sopporterebbe le piccole oscillazioni che ha un elemento elastico come il materassino insonorizzante, necessario per la posa galleggiante. Le tavole di dimensioni più grandi e pregiate, invece, oltre a essere più in uso e preferite perché mostrano con più evidenza le venature dell’essenza, consentono sia l’incollaggio sia la posa flottante.
TIPO DI POSA | VANTAGGI | SVANTAGGI |
---|---|---|
INCOLLATA | • Pavimento molto stabile • Ideale per pavimento in legno massello • Qualità generale superiore • Adatto a tutte le tavole e a tutti gli schemi | • Non recuperabile in caso di cambio di casa • Il piano di posa deve essere perfetto • Più costosa • Tempi lunghi prima di essere calpestabile |
FLOTTANTE | • Posa molto rapida • Pavimento recuperabile in caso di cambio di casa • Economica | • Meno stabile • Presenza di giunti di dilatazione • Non adatto ad ambienti umidi (bagno) • Listelli di dimensioni grandi |
Il parquet può essere posato sia rimuovendo la pavimentazione esistente sia direttamente sopra quest’ultima. Nel caso si decida di rimuovere la finitura presente, è importante eliminare le tracce di qualsiasi tipo di collante, possibilmente con una leggera levigatura con macchine apposite disponibili anche a noleggio. È possibile posare il parquet anche sul pavimento esistente, purché questo sia solidamente fissato al massetto sottostante. Per questo motivo materiali come la moquette, il PVC o il linoleum non sono indicati e devono essere rimossi.
Ma come si può valutare se la pavimentazione esistente sia adatta alla posa del parquet? Innanzitutto, bisogna verificare che sia perfettamente aderente al massetto, senza affossamenti o distacchi di qualsiasi genere e con una superficie quanto più possibile omogenea, compatta e planare, affinché l’adesione del legno sia perfetta e duri nel tempo. Il parquet flottante risulta compatibile anche con sottofondi dotati di riscaldamento radiante, purché le tubature dell’acqua calda siano protette da almeno tre centimetri di calcestruzzo, in modo che la temperatura della superficie a contatto con il legno non superi i 28 °C, e la temperatura massima dell’acqua calda sia di 45 °C.
Le differenti tecniche di posa in opera si differenziano tra di loro per il disegno che nasce dall’accostamento dei singoli elementi che compongono una pavimentazione in legno. Quali sono le principali e le più diffuse?
La superficie del parquet non viene mai lasciata allo stato naturale, ma necessita di una finitura, sia per proteggere il legno sia per esaltarne i colori e le modanature. In caso di parquet prefinito la finitura avviene direttamente in fabbrica, mentre nel parquet tradizionale viene praticata dal posatore dopo la levigatura. In entrambi i casi si possono utilizzare diversi prodotti:
Nel parquet, sia che venga trattato a olio, a cera o con vernice, la finitura raggiunge la protezione ottimale circa 20-30 giorni dopo la posa, se posto alla luce e all’aria, in ambiente sano con umidità (45-65%) e temperatura ambientale (16-22°) costanti. In questo periodo è consigliabile prestare più attenzione alla pavimentazione e utilizzare calzature morbide. Nell’eventualità di dover svolgere altri lavori nei locali, è consigliabile proteggere il parquet coprendolo con un materiale traspirante, morbido e non appiccicoso, per non causare graffi, sporco e contusioni alla superficie.
La pulizia e la manutenzione giornaliera del parquet prefinito non necessitano di particolari operazioni. È sufficiente l’utilizzo di un panno appena inumidito con acqua ed eventualmente un detergente neutro. Nell’arco di 15-20 anni, il parquet prefinito garantisce un aspetto estetico ottimale. Se dovesse essere necessario, per parquet di spessore pari a 14-15 millimetri è possibile effettuare la lamatura da 2 a 4 volte, applicando poi un tipo di verniciatura di rifinitura.
Il prezzo complessivo di un parquet è molto variabile in base alle essenze legnose, alle dimensioni delle liste, alla finitura e al tipo di posa scelto per la messa in opera per questo è possibile fornire solo un valore medio e puramente indicativo. Il parquet tradizionale (grezzo) costa tra 25 e 50 euro/m2, a cui bisogna aggiungere i trattamenti in opera. Il prefinito ha un costo che può variare tra 30 e 60 euro/m2.
La posa in opera di un parquet tradizionale costa mediamente 30-50 euro/m2. La posa flottante di un prefinito costa in media 15-20 euro/m2, a cui bisogna aggiungere il costo del tappetino insonorizzante (da 1 a 3 euro/m2). La posa incollata costa in media 20-25 euro/m2. A questi vanno aggiunti i costi per la posa del battiscopa (2-3 euro al metro lineare), l’eventuale taglio delle porte, se la posa avviene sopra la pavimentazione esistente, e i trattamenti particolari da effettuare sul sottofondo nel caso in cui non fosse idoneo alla posa.
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