Vulcanica, entusiasta, trasgressiva, imprenditrice innovativa, moglie e mamma. Ecco Valentina Fontana, colei che è stata in grado di dare nuova vita alle lamiere in alluminio prodotte dall’azienda di famiglia per l’industria automobilistica e trasformarle in ricercati complementi.
L’abbiamo incontrata nella sua divertente e ironica casa milanese, nel quartiere Brera. Qui tutti gli arredi, tranne la cucina, gli armadi e i divani, sono stati progettati e prodotti piegando l’alluminio alle esigenze dell’abitare. Una realizzazione tailor-made ed artistica, in grado di rendere giustizia appieno alle potenzialità di un materiale duttile, leggero ed ecologico e ad un’intuizione brillante che grazie a Valentina è diventata attività imprenditoriale dal nome “altreforme”, che oggi ha al suo attivo collaborazioni con designer e architetti del calibro di Marco Piva, Elena Cutolo, Antonio Aricò, Marcantonio, Alessandro Zambelli e nomi della moda come Yazbukey e Moschino.
Ma com’è nata l’idea? “Circa 15 anni fa – risponde Valentina Fontana – sono entrata nell’azienda di famiglia, dal 1956 leader mondiale nella progettazione e realizzazione di scocche in alluminio per automobili di lusso, tra cui Ferrari e Rolls-Royce. Prima di questo, dopo la laurea in Business Administration in Bocconi, avevo fatto da consulente presso molte aziende italiane, scoprendo così come alcune di queste avessero trovato la via del successo nella diversificazione del business tradizionale.
Per i primi tre anni mi impegno nell’organizzazione e internazionalizzazione dell’azienda, ma nel contempo vengo stregata da quel materiale così hard e affascinante che è l’alluminio. Rimango colpita soprattutto dagli scarti di lavorazione, così puri e lucenti che sembravano scolpiti da una mano d’artista, emanavano per me una sorta di fascino d’astrazione. Porto così alcuni pezzi in ufficio e con mia sorpresa simili: allegri, ironici, ci piace uscire dai canoni tradizionali, stare in ambiti stimolanti e un po’ fuori dalle righe.
Questa casa ci rappresenta ed è il frutto della nostra vita insieme. Abbiamo viaggiato tanto prima di sposarci e avere una bambina e quindi abbiamo cercato di portare nel luogo dove viviamo alcuni pezzi del mondo, dei colori e delle immagini che abbiamo raccolto nei nostri viaggi. Ci sono luoghi che abbiamo amato e che ci rispecchiano, prima fra tutti Miami, al cui stile e colori ci siamo ispirati nella scelta del tipo di casa e nell’arredamento.
Stile, colori e arredi rispecchiano appieno il gusto e il mood di Valentina Fontana e di suo marito. Per fortuna siamo molto simili: allegri, ironici, ci piace uscire dai canoni tradizionali, stare in ambiti stimolanti e un po’ fuori dalle righe. Questa casa ci rappresenta ed è il frutto della nostra vita insieme. Abbiamo viaggiato tanto prima di sposarci e avere una bambina e quindi abbiamo cercato di portare nel luogo dove viviamo alcuni pezzi del mondo, dei colori e delle immagini che abbiamo raccolto nei nostri viaggi. Ci sono luoghi che abbiamo amato e che ci rispecchiano, prima fra tutti Miami, al cui stile e colori ci siamo ispirati nella scelta del tipo di casa e nell’arredamento.
Esattamente. Ed è anche l’ispirazione per molte delle collezioni che produciamo. Ad esempio in sala, per la libreria mobile-tv, che ricorda le forme dei complementi anni Cin- quanta, abbiamo preso spunto da un’immagine retrò che ci aveva colpiti su Internet. Per le sedie Virna del salotto ci sono state di ispirazione alcune sedute che avevamo trovato in un mercatino dell’antiquariato a Parma; purtroppo ne erano rimaste solo tre, quindi ho deciso di fotografarle e di realizzarle per la casa. Sedie e libreria sono poi entrate nella collezione Novecento: sono arredi del passato, che venivano realizzati in ottone o legno e che abbiamo rieditato in alluminio. Nello stesso solco è la scelta di mischiare oggetti e stili, in una sorta di melting pot passato-presente: la statuetta vintage recuperata in un mercatino si trova affiancata a tappeti acquistati tramite e-commerce di arredi di artisti emergenti, circondata dalle realizzazioni di altreforme, che sempre traggono ispirazione dal passato, rieditandolo, grazie alla tecnica e alla ricerca che abbiamo come patrimonio aziendale. Quando tecnica e ricerca permettono all’uomo di superare i limiti del materiale per ottenere forme inconsuete, credo che si possa parlare di arte applicata all’industria, o meglio di innovazione dedicata alla creatività. Perché il compito di un imprenditore è anche questo: creare cultura, investire in nuovi paradigmi e distinguersi da tutto quello che esiste già.
Fotografie
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