Certo, girando per Roma o in altre zona del nostro meraviglioso Paese facciamo fatica a credere a questi dati, se si vive a Milano la sensazione è diversa perchè cittadini e amministrazione sono impeccabili, i primi nel differenziare e la seconda nel raccogliere puntualmente le immondizie dei bidoni ordinatamente custoditi nei condomini e quelle dei cestini sparsi in abbondanza in tutta la città. Abituati come siamo a essere relegati nelle retrovie delle varie classifiche europee (vedi durata dei processi, livello di istruzione, tasso di occupazione…) non possiamo che accogliere con soddisfazione il dato fornito dal CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) relativo al livello di riciclo raggiunto in Italia. Ma veniamo ai dati in numeri.
Con il 73% di imballaggi riciclati il nostro Paese si colloca al secondo posto in Europa dietro alla Germania. Ogni italiano produce un chilo e mezzo di spazzatura al giorno. Di questa quantità il 35% è rappresentato dal packaging di alimenti, oggetti, materiali e prodotti vari. Su un totale di 13 milioni di tonnellate di imballaggi e confezioni di vario tipo vendute nel 2020, ne sono state riciclate più di 9 milioni e mezzo.
Grazie a questo sono state recuperate circa 370 mila tonnellate di acciaio, oltre 47 mila di alluminio, 4 milioni di tonnellate di carta, quasi due milioni di legno, più di milione di plastica, oltre 2 milioni di vetro. Il vetro mostra l’aumento più elevato, seguito da plastica, acciaio e legno. Inoltre, se si somma la quantità relativa al riciclo con quella del recupero energetico, l’entità degli imballaggi che non finiscono nelle discariche cresce ancora arrivando all’83,7% del totale, e raggiunge gli 11 milioni di tonnellate.
In pratica sono già stati superati gli obiettivi di riciclaggio previsti per il 2025 ad eccezione della plastica (riciclata al 48,5 %) che, essendo costituita da diverse tipologie di polimeri, necessita di nuove tecnologie di trattamento. Tra quattro anni ogni Paese dovrà riciclare almeno il 65% degli imballaggi: l’Italia, quindi, ha già superato di 8 punti percentuali il livello indicato dall’Europa.
Anche le differenze tra le varie aree si stanno assottigliando: la crescita del riciclo è sempre guidata dal Nord, che registra un + 6% rispetto al 2019. In totale, oltre 2 milioni e 840 mila tonnellate. Non è distante anche l’aumento da parte delle Regioni del Meridione: +5% rispetto al 2019, con un aumento di 1 milione e 510 mila tonnellate. La crescita nel Centro Italia si è mostrata più lenta: + 4%, sfiorando il milione di tonnellate conferite in modo differenziato.
I numeri di un successo tutto italiano testimoniano come, con una corretta informazione e con le adeguate strutture di raccolta e smaltimento, si possono raggiungere livelli mai visti prima. Questo è particolarmente importante se si considera che attualmente si assiste a un aumento generalizzato del costo della maggior parte delle materie prime. Il fatto di poterle ricavare dai rifiuti a costi estremamente più bassi, fornisce un impulso notevole alla finanza pubblica e all’economia in generale.
La tendenza all’aumento del riciclo si evidenzia (fonte ISPRA) anche nell’ambito dei rifiuti urbani seppur con percentuali di minor peso. Grazie alla crescita della raccolta differenziata urbana, che ha fatto da traino e non è stata messa in crisi dalle difficoltà seguite al lockdown e alle restrizioni, le quantità riciclate hanno ripreso l’aumento percentuale che da anni si registra.
I rifiuti urbani prodotti in Italia nel 2019 sono stati circa 30 milioni di tonnellate. La raccolta differenziata nel 2019 è aumentata del +3,1 punti rispetto al 2018, raggiungendo il 61,3% della produzione nazionale: dal 2008 la percentuale risulta raddoppiata, passando da circa 9,9 milioni di tonnellate a 18,5 milioni di tonnellate. Il Sud supera per la prima volta il 50% di raccolta differenziata confermando il trend di crescita degli ultimi anni, con un aumento della percentuale di 4,5 punti.
L’organico si conferma la frazione di rifiuto urbano più differenziata in Italia in quanto rappresenta il 39,5% del totale. Carta e cartone rappresentano il 19,1% del totale; segue il vetro e la plastica.
Appare evidente che le linee guida per proseguire e, se possibile, accelerare su questa strada, sono essenzialmente due:
Sono due strade che vengono sempre più adottate e percorse dalle varie Amministrazioni in tutta la penisola. Non scoraggiamoci troppo davanti alle immagini di strade piene di spazzatura, spettacolo abbastanza frequente anche in grandi città: sono realtà in via di costante diminuzione. Ci vuole ancora un po’ di tempo, ma il 2025 è vicino e noi siamo sulla buona strada.
Informazione e sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza della differenziazione dei rifiuti e noi ci teniamo a dare il nostro contributi per farlo.
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