Imbiancare casa è l’importantissima fase di finitura di un qualsiasi intervento di ristrutturazione o ripristino e va programmata attraverso due fasi fondamentali: la scelta del tipo di pittura da utilizzare e la scelta del colore. La prima è strettamente connessa alla tipologia “tecnica” dei locali e ad altre situazioni contingenti, inerenti alla qualità dei supporti, all’umidità presente, al tipo di ambiente esterno ecc. La seconda è legata al gusto e all’arredo dell’abitazione, nonché alla coerenza architettonica e stilistica dell’insieme. Si tratta, evidentemente, di scelte fondamentali, che vanno necessariamente ponderate per ottenere il risultato qualitativo ed estetico che ci si propone.
Le tecniche per imbiancare casa sono praticamente infinite, dalle più tradizionali alle più moderne. Si può andare dalla stesura di una pittura uniforme di vario colore alla realizzazione di bande orizzontali o verticali, spugnature, velature effetti materici, rullature grafiche e ornamentali, spatolature, effetti pietra, marmo, venature, metallizzazioni e tanto altro, che verrà esaminato più avanti.
Naturalmente i costi di tali finiture sono estremamente diversificati anche perché certe elaborazioni sono da affidarsi a manodopera molto specializzata. Ma ogni tipo di tinteggiatura o decorazione prende le mosse da una buona conoscenza dei materiali da utilizzare, dei supporti su cui questi vanno applicati e delle caratteristiche specifiche dell’ambiente da trattare. Va tenuto anche in considerazione il costo complessivo dell’intervento che, per determinate lavorazioni, può risultare molto elevato, sia come manodopera sia come materiali di consumo.
Imbiancare casa con un colore uniforme è un’operazione che, da un punto di vista dell’applicazione, risulta piuttosto semplice. Un po’ meno facile è l’individuazione del tipo di pittura più adatto in considerazione delle numerose variabili, cui si è accennato sopra, che presiedono a tale scelta. Per la imbiancare casa vengono normalmente utilizzate le ”idropitture”: dispersioni acquose di un legante (che può essere di tipo vinilico, acrilico, stirolo-acrilico ecc) con aggiunta di biossido di titanio, vari pigmenti, cariche, additivi e i modificatori di reologia (cioè le qualità di viscosità e applicabilità). Le idropitture sono formulate con caratteristiche diversificate di copertura, traspirabilità nonché di resistenza al lavaggio. Inoltre, in funzione della loro composizione, si trovano prodotti con maggiore o minore coprenza e con aspetto variamente satinato o lucido.
L’utilizzo di additivi speciali permette anche di ottenere idropitture con caratteristiche particolari come quelle antimuffa, anticondensa, termoisolanti. Ma la ricerca in campo chimico ha permesso, in questi ultimi anni, di mettere a punto anche idropitture igienizzanti e ipoallergeniche (anche dermatologicamente testate) che hanno particolari proprietà come quella di abbattere la formaldeide presente all’interno delle abitazioni o di produrre un effetto fotocatalitico ossidante in grado di decomporre le sostanze organiche che vengono a contatto con la superficie.
Idropitture lavabili
Vengono impiegate in qualsiasi ambiente della casa, ma su superfici che risultino esenti da umidità, sia preesistente sia che venga sviluppata durante la fruizione. Rimangono inalterate per lungo tempo, resistono all’abrasione, sono idrorepellenti e ogni tipo di sporco può essere eliminato con lavaggio (sapone neutro, spugne, stracci) senza lasciare traccia. Sono dotate di un’elevata resistenza, mentre all’applicazione presentano un’ottima pennellabilità e un rilevante potere coprente. Le pareti tinteggiate con questo tipo di idropitture hanno un aspetto fine, più o meno opaco e uniforme.
Idropitture traspiranti/antimuffa
La traspirabilità è una caratteristica fondamentale, necessaria negli ambienti umidi come bagni e cucine, ma anche per locali di servizio come lavanderie, garage, cantine e locali poco aerati. Le pitture traspiranti consentono un’ottima permeabilità al vapore acqueo. Le idropitture antimuffa contengono, inoltre, un particolare battericida a lento rilascio che conferisce a queste pitture la caratteristica protezione da muffe e da funghi, prolungata nel tempo. Queste idropitture presentano ottima pennellabilità e aspetto satinato. Normalmente sono prodotte nel colore bianco, ma possono essere colorate nelle classiche tinte pastello.
Idropitture anticondensa/termoisolanti
Svolgono la funzione di una pellicola isolante a bassa conducibilità termica per cui viene ridotto lo sbalzo di temperatura tra pareti interne e pareti esterne. Sono formulate in modo da riequilibrare le differenze termiche esterno-interno per ricondurre la parete a una temperatura più coerente con quella dell’ambiente interno. Sono anche dotate di un’azione termica che contrasta la tendenza a formare condensa superficiale in alcuni ambienti. In genere contengono microsfere di vetro o di materiale ceramico cave all’interno, il cui compito è quello di abbassare la conducibilità termica della superficie e ridurre i punti freddi.
Idropitture ipoallergeniche
Sono particolarmente indicate per tinteggiare le camere da letto e per gli ambienti domestici frequentati da bambini o da soggetti particolarmente sensibili. In genere sono lavabili e traspiranti, presentano una bassa aderenza allo sporco e un ottimo punto di bianco. Sono realizzate con resine speciali in dispersione acquosa e un bassissimo contenuto di composti organici volatili (VOC), molto spesso completamente assenti. In genere sono prive di formaldeide e plastificanti aggiunti. Risultano totalmente inodori sia in fase applicativa sia dopo l’essiccazione.
Per conferire il colore alle idropitture vengono aggiunti a esse diversi tipi di pigmenti coloranti, generalmente prodotti in polvere (solfati, solfuri, carbonati, cromati, ossidi vari, terre ecc) che possono essere impiegati da soli o miscelati fra di loro. Il colore risultante è dato dall’assorbimento diverso della luce visibile, nel senso che i pigmenti restituiscono le frequenze cromatiche non assorbite. I “bianchi” non assorbono quasi energia mentre i neri ne restituiscono in minima parte; i gialli assorbono frequenze luminose sul blu, e così via.
La scelta del colore di una idropittura è una fase molto importante che va affrontata adeguatamente. Per agevolarci nella scelta del colore possiamo esaminare le schede colore RAL che riportano numerosissimi campioni-colore. Questa scala è internazionalmente usata per definire i vari colori di idropitture e smalti. Esistono due scale, la RAL 840 HR (213 colori) per colori opachi e la RAL 841 GL per colori brillanti (196 colori). Una volta definita la tonalità cromatica desiderata ci si fa preparare l’idropittura presso il negozio di colori, che può fornircela anche in dosi successive, man mano che la si utilizza, con la garanzia di una tonalità sempre costante. Per la preparazione dell’idropittura, con le cariche di pigmento adeguate, viene utilizzata un’apparecchiatura elettromeccanica computerizzata molto sofisticata: il tintometro.
I sistemi tintometrici moderni permettono di realizzare pitture di qualsiasi colore si desideri, aggiungendo al bianco di base pigmenti coloranti, accuratamente dosati da un sistema computerizzato. L’apparecchiatura che svolge questo lavoro è il tintometro. Viene utilizzato dai colorifici e dai negozi specializzati partendo dal codice della tinta che si vuole ottenere o dalla tinta RAL scelta sulla mazzetta: lo strumento individua quali colori vanno miscelati e in quali proporzioni. Definita con il cliente la quantità di pittura da preparare si inseriscono nella macchina i prodotti opportuni e in pochi minuti si ottiene la tinta desiderata.
Le pitture ottenute possono essere sia a base di acqua, come le idropitture e gli smalti acrilici, sia diluite con solventi. Ma l’operazione in assoluto più interessante del tintometro è quella di poter creare una tinta facendo una scansione dei colori che compongono un campione di qualsiasi materiale. In altri termini: qualora si decidesse di ottenere un colore identico a quello di una parete esistente (ma anche di un serramento, di una cancellata ecc) di cui non si conosce il codice di miscelazione del produttore né quello RAL, basta portare un pezzetto di pittura scrostata presso il centro che utilizza il tintometro. Qui, tramite un’apparecchiatura speciale (lo spettrofotometro) viene scansionato il colore su qualsiasi supporto e un software dedicato fornisce la formula per riprodurlo nel prodotto desiderato, con assoluta coincidenza cromatica. Questo ci permette di raccordare tinte vecchie con colori nuovi senza che l’intervento di pitturazione sia in alcun modo visibile o contrastante.
La tonalità e il colore della tinteggiatura delle pareti interne vanno valutati e scelti oculatamente, in funzione dell’impiego cui esso è destinato e della coerenza stilistica con il resto dell’abitazione. In particolare è fondamentale lavorare sulla “forma” dell’ambiente perché utilizzando colori di tonalità varia è possibile creare impatti visivi diversi che riescono a correggere o a modificare la percezione volumetrica del locale, ma anche a farlo diventare più gradevole.
Le idropitture usate per imbiancare casa si possono stendere su qualsiasi tipo di intonaco, ma anche mattoni, finiture a gesso; vecchie pitture, purché ben ancorate. Il supporto dev’essere asciutto e pulito: non devono esservi parti non coese e nella maggior parte dei casi è utile far precedere alla pittura un adeguato trattamento del supporto esistente con un fondo fissativo. Si tratta di una sorta di pittura trasparente e incolore che deve essere coerente con il tipo di pittura che verrà applicata in seguito. Per un’idropittura acrilica, il fondo deve essere acrilico e così via. Il fondo fissativo è utile in quanto riduce (praticamente elimina) la porosità del supporto uniformandone l’assorbenza e quindi rendendo più facile l’applicazione della pittura e migliorando l’omogeneità del risultato. Ma anche il fondo fissativo esige una certa uniformità del supporto. Per cui crepe, discontinuità, fori e quant’altro sono da regolarizzare con stuccature, carteggiature e accurata pulizia.
Prima di qualsiasi pitturazione si presenta biancastro/grigio e abbastanza ruvido. Passando la mano sulla superficie tende a sgranarsi. In genere è molto assorbente e può presentare crepe. Va ritoccato nelle eventuali discontinuità e va sempre trattato con un primer fissativo che ne riduca l’assorbenza.
Di colore bianco, aspetto molto liscio e lucido, non idonea per bagni, cucine o altri locali esposti a umidità. Sono da evitare le finiture a calce in modo diretto per non incorrere in possibili distacchi della finitura. Controllare che alla base delle pareti non vi siano zone con ancoraggio incerto al supporto. Il fissativo è sempre necessario.
Va verificata la buona aderenza (non devono essere visibili sfogliamenti). Passando una spugna umida verificare la consistenza della pittura. Se si rimuove con facilità non è adatta alla successiva pitturazione senza un’adeguata preparazione. Se è ben ancorata non è strettamente necessaria l’applicazione di un primer fissativo.
Si presentano con aspetto molto compatto, lucido o satinato. Passando una spugna bagnata non assorbono l’acqua. Il fissativo non serve, ma se si intende stendere un’idropittura la parete va carteggiata per renderla più “aggrappante” e va applicata una pittura piuttosto densa per evitare colature.
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Le pareti del locale da tinteggiare, opportunamente preparate, sono così pronte per la tinteggiatura con il prodotto scelto nella tonalità cromatica preferita. Come si è detto sopra, la tinteggiatura classica a colore uniforme non pone grandi problemi. Questo è il motivo per il quale spesso ci si affida al fai da te. Ma se la tecnica di applicazione è abbastanza semplice, è necessario comunque adottare alcune accortezze di metodo e di tempistica, per un buon risultato finale.
In questi ultimi anni si è sviluppato in modo sempre più consistente l’impiego dello smalto acrilico per la tinteggiatura delle pareti interne. I motivi, che vedremo più avanti, sono diversi e validi. Lo smalto all’acqua per pareti è composto da:
• Una base-solvente costituita da acqua
• Una consistente carica di resine acriliche
• Elementi coprenti come il biossido di titanio
• Diversi tipi di pigmenti che conferiscono il colore.
Lo smalto acrilico non contiene componenti organici volatili e ciò rende questo prodotto particolarmente adatto per imbiancare casa. La sua principale caratteristica è la rilevante resistenza all’umidità che lo rende specificatamente adatto per il trattamento di pareti in cucina e in bagno (non escludendo però il suo impiego in altri ambienti della casa). Lo smalto acrilico rappresenta, quindi, una validissima alternativa ai rivestimenti in piastrelle di ceramica che tradizionalmente sono applicati in tali ambienti per proteggere le pareti e le relative finiture dalla considerevole quantità di vapore acqueo che viene prodotto.
Si tenga presente che per le cucine dei ristoranti esistono persino smalti all’acqua di tipo HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points: un insieme di procedure, mirate a garantire la salubrità degli alimenti, basate sulla prevenzione) che vengono utilizzati regolarmente al posto delle piastrelle. Ma le proprietà degli smalti all’acqua non finiscono qui in quanto presentano anche una notevole resistenza alle sostanze chimiche, ai detergenti e anche soluzioni piuttosto aggressive non lo danneggiano. Si tratta di prodotti estremamente versatili che possono essere impiegati su qualsiasi tipo di superficie, dal legno alla muratura, sia in interno sia in esterno.
Anche l’impatto estetico dello smalto è da tenere nella dovuta considerazione. A seconda dell’aspetto che esso assume quando è perfettamente asciutto si possono individuare tre tipologie di smalto acrilico:
• lucido: riflette vivacemente la luce e il suo colore varia in funzione dell’incidenza luminosa e conseguente riflettenza;
• satinato: riflette meno la luce; opaco: pochissimo o per nulla riflettente, appare sempre di colore uniforme.
La stesura dello smalto ad acqua si effettua come quella della tinteggiatura classica, anche se è preferibile l’impiego del pennello a quello del rullo. L’applicazione di un primer fissativo è sempre consigliabile, quando la parete mostri problemi di compattezza o zone di assorbenza differenziata. Lo smalto acrilico lascia sulla parete un film piuttosto sottile, per cui è solitamente utile applicare due mani. Come per le tinteggiature “colorate” si opta spesso per l’applicazione dello smalto solo su una o due pareti, mentre le altre possono essere trattate con idropittura in tono coordinato. Un sapiente utilizzo dello smalto, grazie ai suoi colori decisi e alle sue qualità di luminosità e riflettenza modulabili (impiegando le tipologie prima descritte), consente di ottenere effetti molto eleganti.
Oltre alla tinteggiatura tradizionale a colore continuo, esistono numerose altre tipologie di finitura delle pareti, dalle più semplici alle più complesse e specializzate, di grande impatto visivo. Queste finiture sono numerosissime e molto diversificate. Alcune rappresentano l’evoluzione modernizzata di tecniche molto antiche. Esaminiamo le più diffuse e interessanti.
Questa semplice tecnica di applicazione è in grado di produrre un’elaborazione discontinua della tinteggiatura delle pareti interne tramite l’applicazione di una pittura (tono su tono o anche più o meno contrastante) su quella di fondo, tramite tamponature con spugna (meglio se naturale) o con passaggi di pennello. Può essere adottata sia per rendere più vivace un ambiente sia per ovviare a irregolarità delle pareti cui sarebbe costoso o difficoltoso porre rimedio.
Sia la spugna sia il pennello, poco intinti di pittura e ben sgrondati, traferiscono la pittura sul fondo con azioni di tamponatura o di lieve tratteggio. L’esperienza e l’abilità dell’operatore sono essenziali per ottenere un ottimo risultato. Hanno un costo contenuto e l’applicazione è abbastanza rapida. Si tratta comunque di finiture “decise”, di marcata visibilità e presenza che presuppongono una precisa e sicura scelta per non risultare, anche dopo un tempo relativamente breve, opprimenti o troppo invadenti.
Parente stretta della spugnatura è la velatura. Le principali caratteristiche di questa tecnica sono la presenza di sfumature cromatiche in un contesto di generale trasparenza. Questo effetto visivo si realizza sovrapponendo a un fondo di base, generalmente opaco, realizzato con una pittura di tipo lavabile, una o più mani di velatura, di colore coordinato o contrastante.
L’applicazione sulla parete tinteggiata avviene con spugna, straccio o anche con particolari rulli: più il colore viene diluito, più la decorazione appare leggera e delicata, e viene accentuato l’effetto di “trasparenza”.
Si tratta di finiture particolarmente eleganti e di semplice applicazione che offrono un risultato simile a quello della velatura classica. Le pitture metallizzate sono disponibili nelle più diverse tonalità: dal rame al bronzo, dal ferro all’argento ecc. I prodotti relativi sono pronti all’uso in quanto tutti i componenti necessari sono contenuti in un unico mix. L’applicazione su un fondo uniforme e stabilizzante viene realizzata con pennellature discontinue con particolari applicatori (spalter) con una tecnica simile a quella delle velature.
Le finiture cosiddette “glitterate” sono preparate aggiungendo speciali additivi alle idropitture che conferiscono a queste una rilevante qualità decorativa. Gli additivi sono costituiti da piccoli frammenti colorati di varia tipologia e in diverse varianti cromatiche, creano una superficie che amplifica e riflette la luce nonché variamente colorata. Gli additivi glitterati possono essere miscelati anche agli smalti acrilici.
Queste spettacolari finiture per pareti vengono realizzate con spatolature successive di composti a base di calce, con finissima polvere di marmo e altri additivi che permettono di ottenere superfici lisce, lucide, con sfumature colorate ed effetti cromatici di grande raffinatezza ed eleganza. Si tratta della rivisitazione in chiave moderna del classico “stucco veneziano” che riprendeva, secoli or sono, le antichissime finiture per ambienti interni della Mesopotamia e della cività Cretese. Le variazioni sul tema sono innumerevoli: si va dallo stucco veneziano bianco a quello variamente colorato, marmorizzato, con velature, a chiaroscuri assolutamente unici.
I prodotti a base di calce offrono una grande traspirabilità per cui non favoriscono l’accumulo di umidità nel muro nonostante la finitura si presenti molto compatta e resistente. La finitura liscia e compatta contrasta la formazione di colonie fungine anche in punti in cui dovesse formarsi della condensa.
La ceratura che si può applicare su molte di queste finiture a stucco, conferisce un’assoluta idrorepellenza della parete. Fanno parte di questo tipo di finiture gli effetti pietra spaccata, cemento grezzo, sabbiato granulare, venature marmorizzate e tante altre che man mano vengono ideate e proposte in commercio dalle case produttrici. L’applicazione è da riservare a manodopera particolarmente esperta e specializzata. Le finiture spatolate sono tipicamente utilizzate solo su una o due pareti di un locale. Infatti, soprattutto per le finiture più complesse e colorate, si può rischiare di appesantire eccessivamente la percezione estetica di un ambiente. Inoltre, il loro costo di applicazione consiglia spesso un utilizzo misurato.
Alla grande famiglia delle finiture spatolate appartengono quelle di tipo “materico”. Si tratta di composti pastosi e morbidi che vengono stesi con spessore rilevante sulle pareti (2-3 mm) e poi opportunamente sagomati con rigature e striature per mezzo di particolari spazzole con setole adeguatamente sagomate. Quando il prodotto è indurito rimane una superficie non liscia, ma molto variegata, che viene poi opportunamente colorata tramite l’applicazione a pennello di tinte varie.
Per imbiancare casa servono un clima asciutto e temperature calde, questo per far si che la vernice asciughi in tempi rapidi. Le stagioni migliori sono quindi primavera ed estate, quando non ci sono neanche fonti di umidità che potrebbero contrastare la tinteggiatura.
Il colore da applicare rappresenta una scelta importantissima. Il colore ha un diretto e forte impatto sulla percezione dell’ambiente e sulla sua più o meno gradevole abitabilità. Ciò nasce da complesse motivazioni psicologiche e biologiche. Tutti sappiamo che le tonalità calde (gialli, rossi, arancioni) evocano in noi la sensazione che ci danno il sole o il fuoco, per cui creano un senso di calore, accoglienza e intimità. Per questo tali tonalità sono consigliabili in ambienti poco soleggiati, come quelli esposti a nord.
I colori neutri come beige, i bianchi e i grigi, offrono una sensazione di freschezza e luminosità. Sono adeguati per locali poco luminosi.
Infine, i colori cosiddetti “freddi” come i blu o i verdi, appaiono particolarmente rilassanti e aiutano il riposo. Sono adatti per ambienti molto luminosi come quelli rivolti verso sud. In ogni caso vanno sempre considerati anche gli abbinamenti cromatici all’interno di un medesimo ambiente, che possono modificare notevolmente la sua percezione volumetrica.
Il costo di un intervento di tinteggiatura è estremamente variabile in funzione di alcuni parametri:
• Maggiore o minore necessità di trattamento preventivo delle pareti (stuccature, risanamenti, rasature).
• Necessità (o meno) di una logistica organizzativa se si abita nella casa durante l’intervento di tinteggiatura.
• Altezza degli ambienti (necessità o meno della realizzazione di ponteggi).
• Tipologia della pittura o della finitura da applicare ed eventuale necessità di particolare specializzazione di chi effettua il lavoro.
Tenendo conto di queste variabili il costo della tinteggiatura classica standard può variare, dai 5 a 15 euro al m2. Si rimarrà più vicini alla cifra inferiore se i problemi sono minimi, a quella superiore se i lavori preparatori o organizzativi sono più complessi. Per quanto riguarda i costi delle finiture moderne più elaborate si può andare dai 10 euro al m2 per lo spugnato ai 15/20 euro al m2 per gli spatolati, i materici e le velature. Naturalmente questi costi sono da intendersi assolutamente “medi” in quanto essi risultano molto variabili in funzione di diversi fattori. Nelle grandi aree urbane possono essere decisamente più elevati di quelli riscontrabili in provincia o in campagna. Al costo della manodopera specializzata vanno aggiunti i costi dei materiali, (mascherature, attrezzi, pitture). Le idropitture hanno costi variabili dai 3 agli 8 euro a m2, in funzione di vari fattori qualitativi.
Dipende molto dai gusti personali e dal risultato che si vuole ottenere, come spiegato sopra ogni prodotto è diverso. Per la tinteggiatura delle pareti interne è speso usata l’idropittura e all’occorrenza l’uso di smalti per qualche muro o per finiture particolari.
La lavabilità di un’idropittura dipende da vari fattori, uno dei quali è la tipologia della resina legante. Una buona lavabilità e un’accettabile resistenza allo strofinio si ottengono già con idropitture a base di resine viniliche. Ancora maggiore lavabilità è presentata da idropitture a base di resine acriliche. Alcune di esse risultano molto resistenti alle abrasioni e agli agenti chimici e possono essere lavate addirittura con sgrassatori in caso di macchie di sporco persistenti.
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