Attualità

È arrivato un nuovo sistema antieffrazione per le finestre

Il tema legato alla sicurezza è all’ordine del giorno e, per proteggere ulteriormente le case da attacchi esterni, sono in continua evoluzione i sistemi antieffrazione, concentrandosi su quelli legati agli infissi. Si tratta della risposta ad una statistica certa: l’accesso dei malintenzionati avviene attraverso le portefinestre (per il 48%), le finestre del piano terra (26%) e, ultime, le porte di ingresso (12,4%).

Forte di questi dati, Navello ha sviluppato un nuovo sistema antifrizione certificato in classe RC2, secondo la norma UNI EN 1627, dedicata ai serramenti in legno e legno-alluminio.

Il nuovo progetto ha preso avvio dalla considerazione che il punto debole dei serramenti non è il vetro, ma, a differenza di quanto di è portati a pensare, la ferramenta, fra maniglie, cerniere e meccanismi che ne regolano la chiusura. Anche in questo caso i numeri delle statistiche ne forniscono una prova certa: nel 73% dei casi è l’anta di un serramento ad essere forzata, mentre la rottura del vetro avviene solo nel 0,62% dei casi di effrazione.

Come descrivono direttamente dall’azienda, il nuovo sistema proposto da Navello “è composto da più punti di chiusura con nottolino a “fungo” regolabili secondo ogni esigenza che, assicurati allo scontro con una testa (fungo), vanificano ogni possibilità di estrazione con una semplice leva”. L’insieme di queste componenti allunga i tempi di resistenza dell’infisso, combattendo una caratteristica tipica dei tentativi di effrazione: solitamente i malintenzionati desistono dall’attacco se non riescono a scassinare la finestra entro 10 minuti. Più alta è la classe di resistenza e maggiore sarà il tempo impiegato a forzare l’accesso a un’abitazione o un’azienda.

Il sistema antifrizione ha ottenuto la certificazione grazie al rispetto di parametri fondamentali: finestre e porte-finestre devono essere a 1 o 2 ante con apertura ad antaribalta, avere la maniglia con la chiave, non con pulsante, vetro in classe P4A secondo la norma UNI EN 356, oltre a seguire precisi metodi in fase di posa in opera.

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