L’appartamento deve essere nel “cuore” della città o in una zona di interesse turistico. “Cuore” non vuol dire per forza centro storico, ma sicuramente una zona caratteristica e particolare della località prescelta. Proprio per questo motivo, non dobbiamo pensare necessariamente a grandi appartamenti; per un buon investimento è sufficiente un bilocale, ma sistemato ad hoc con soluzioni semplici, efficaci e a costi contenuti.
La cifra da investire nella ristrutturazione deve essere adeguata alla rendita che si stima di ottenere affittando l’appartamento.
Bisogna valutare attentamente la divisione degli ambienti e la disposizione dei mobili.Si deve prevedere, ad esempio, una zona con una scrivania per lavorare al pc, un guardaroba e un piccolo tavolo da pranzo o un bancone per spuntini veloci.
Dare carattere agli spazi curando fino al singolo dettaglio è fondamentale per dare una buona impressione. Il “livello di personalizzazione” per rendere la casa unica e riconoscibile dipende poi dall’esperienza che si vuole offrire ai propri ospiti.
Oltre al frigorifero: lavatrice e lavastoviglie, wi-fi, aria condizionata, asciugacapelli e macchina del caffè. Poi, altri elettrodomestici per la cucina come tostapane, spremiagrumi, bollitore… Gli adattatori per le prese elettriche saranno sicuramente apprezzati dagli ospiti stranieri.
La praticità è fondamentale e, in assenza di un ripostiglio, ci si può ingegnare con un armadio o una cassapanca chiusi a chiave a uso della proprietà per riporre e tenere a portata di mano tutto ciò che può servire per riassettare casa dopo la partenza degli ospiti.
Via libera a soluzioni di facile pulizia e poca manutenzione per presentare un appartamento sempre in ordine pur non rinunciando all’eleganza e all’accoglianza.
Scegliere tinte o carte da parati è il metodo più semplice per rinnovare una stanza senza sostenere spese eccessive.
Il decreto legge n. 50/2017 ha introdotto una specifica disciplina fiscale per i contratti di locazione di immobili a uso abitativo, stipulati a partire dal 1° giugno 2017, che hanno una durata non superiore a 30 giorni: le cosiddette “locazioni brevi”. Si tratta di quei contratti conclusi da persone fisiche al di fuori dell’esercizio dell’attività d’impresa, cioè non all’interno di un’attività economica organizzata, per i quali non vi è l’obbligo di registrazione se non formati per atto pubblico o scrittura privata autentica. In questa categoria rientrano, oltre che immobili indipendenti, anche singole stanze all’interno di un’abitazione. Per questa fattispecie, è ora possibile applicare le disposizioni in materia di “cedolare secca sugli affitti” anche ai redditi derivanti dai contratti di sublocazione, di concessione in godimento oneroso dell’immobile da parte del comodatario, di locazione che comprende servizi accessori (per esempio, la pulizia, la fornitura di biancheria). Pertanto, il locatore che sceglie il regime della cedolare potrà assoggettare il reddito che ricava dalla locazione all’imposta sostitutiva del 21%, invece della tassazione ordinaria che prevede il pagamento dell’Irpef e delle relative addizionali regionale e comunale.
Inoltre dal 4 dicembre è in vigore l’obbligo per gli affitti brevi di comunicare alla questura le informazioni sulle persone alloggiate. Lo prevede la Legge n. 132/2018 di conversione del Decreto legge n. 113/2018 meglio noto come “decreto sicurezza”.
La legge pertanto prevede:
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