Obiettivo di questo profilo tecnico è di fornire basi teoriche e pratiche per una migliore conoscenza del prodotto e dei punti critici per valutarne la qualità e la performance.
La funzione della rete
Le principali caratteristiche tecniche di una rete in fibra di vetro sono la resistenza alla trazione e la resistenza agli alcali. La resistenza alla trazione è importante perché la rete ha il compito di distribuire in modo uniforme i carichi e le tensioni che si generano sulla facciata, andando a prevenire la possibile formazione di crepe. I valori di resistenza alla trazione sono determinati andando a verificare la forza, espressa in Newton, che si deve applicare alla rete per determinarne la rottura. Il test si effettua mediante un dinamometro che mette in trazione campioncini di rete da 30×5 cm prelevati in punti diversi del rotolo in esame. In termini pratici, visto che 10 Newton equivalgono grossomodo a 1 kg, si riscontra che una rete da cappotto di buona qualità ha una resistenza di oltre 2.000 N / 5 cm, quindi una striscia di rete di 5 cm di larghezza “tiene” in trazione circa 200 kg. Se si pensa che la rete da cappotto pesa circa 160 g/mq si ha un’idea delle qualità tecniche del prodotto. Altrettanto importante è il dato relativo alla di resistenza nel tempo all’azione degli alcali, che altrimenti andrebbe a compromettere la resistenza della rete alla trazione: infatti la fibra di vetro è insensibile agli acidi e non assorbe acqua, ma in ambiente basico si infragilisce e degrada rapidamente fino a sciogliersi. La resistenza agli alcali viene determinata sottoponendo la rete a un processo di invecchiamento artificiale accelerato, tramite immersione in una soluzione ad alto contenuto alcalino. Al termine dell’invecchiamento artificiale della rete viene misurata la resistenza alla trazione e il valore viene raffrontato alla resistenza iniziale, determinando così la percentuale residua di resistenza agli alcali. In una rete da cappotto certificata questa percentuale deve essere superiore al 50%.
Il prodotto tessile
Come per tutti i prodotti tecnici, l’utilizzo di materie prime di alta qualità è fondamentale per ottenere un prodotto finito in grado di garantire performance stabili. I produttori di rete in fibra di vetro più qualificati si rivolgono alle multinazionali produttrici di filato richiedendo espressamente la fornitura di materiale esclusivamente di prima qualità. La materia prima è il vetro “E“, così denominato per le sue qualità di isolante elettrico. Il vetro E garantisce una buona resistenza agli alcali e una resistenza alla trazione relativamente alta.
Qualità del prodotto apprettato
Nella produzione della rete la fase di finissaggio (appretto) ha un’importanza non inferiore alla tessitura ed è fondamentale per garantire un’elevata qualità del prodotto finito. I produttori più qualificati possono contare su laboratori con una buona competenza chimica e sono alla costante ricerca di resine all’avanguardia, in grado di assicurare performance sempre più elevate. I produttori occidentali utilizzano resine SBR a base acqua (prive di solventi nocivi all’ambiente), diluite secondo procedure che ogni singolo produttore determina ponendosi l’obiettivo di massimizzare la resistenza agli alcali. È importante che la resina riesca ad andare a coprire in modo uniforme l’intera superficie della rete e in particolare i punti di intersezione trama-ordito (nodi), dove si manifesta un maggiore rischio di penetrazione da parte degli alcali. Compito della resina è anche quello di dare al prodotto finito stabilità dimensionale e una consistenza tale da renderlo adatto alla posa. Diverse formulazioni dell’appretto, con uso di additivi vari e percentuali di miscelazione diversa, possono conferire alla rete una consistenza più o meno morbida, da determinarsi anche in funzione delle caratteristiche climatiche del luogo in cui la stessa dovrà essere posata. Dato il carattere termoplastico dell’appretto, un finish molto morbido ben si adatta ai climi freddi, che comportano un certo irrigidimento della rete. Al contrario, se proposta in Paesi caldi, potrebbe svolgersi con difficoltà dal rotolo su cui è avvolta (fenomeno dell’impaccamento). Per quanto riguarda il mercato italiano, a meno che il cliente non esprima particolari esigenze, viene normalmente utilizzato un mix di media rigidità.
Criteri di valutazione della qualità della rete
Trattandosi di un prodotto tecnico la cui qualità risiede nella resistenza meccanica delle centinaia di fibre di vetro che formano il filato e nella loro perfetta integrazione con il finish, ovvero fattori non giudicabili a occhio nudo, spesso non è facile farsi un’idea della qualità di una rete in fibra di vetro senza ricorrere a test tecnici. Tuttavia, negli ultimi anni si sono affacciate sul mercato massicce importazioni di reti per edilizia che mostrano segni di scarsa qualità talmente evidenti da permetterne una valutazione già a occhio nudo. Tra i tratti negativi distinguibili a occhio nudo si ricordano:
– presenza di grumi e gocce di resina, indice di impregnazione troppo rapida che ha prodotto fenomeni di “gocciolamento”;
– presenza di fili spelati, indice di utilizzo di filati di scarsa qualità e/o di telai antiquati che inducono l’apertura delle bavelle di vetro;
– trame storte oltre il 4-5% (ovvero 4-5 cm su un telo di un metro di larghezza);
– onde e irregolarità nel decorso degli orditi e delle trame;
– consistenza troppo rigida e fragile del tessuto, facilmente rilevabile con la prova di piegatura.
Accanto ai parametri puramente tecnici, tra gli inconvenienti di tali reti figurano:
– la dubbia origine;
– la mancanza di garanzie certe sul prodotto;
– la non conformità alle norme, sia in termini di standard specifici del prodotto (per esempio ETAG004 per le reti per sistema cappotto) che di sicurezza/compatibilità ambientale.