Talvolta le infiltrazioni non possono essere eliminate se non a fronte di radicali e dispendiosi interventi; se la situazione non è così grave da minacciare la struttura ci si può accontentare di risolvere il problema dell’umidità sui muri controterra solo dal punto di vista estetico

I muri controterra, se definiscono locali secondari come cantine e garage, possono creare problemi se manca un’efficace impermeabilizzazione o una camera d’aria. L’umidità penetra nel muro anche attraverso piccole fessure, lo attraversa ed affiora dove meglio può, provocando sfarinamenti e macchie difficilmente eliminabili se non per breve tempo.

Il fatto che l’umidità affiori ne permette l’evaporazione e quindi ne impedisce l’accumulo. Per evitare l’umidità sui muri controterra è necessario mantenere una buona traspirabilità ma risolvere il problema sotto il profilo estetico, si può realizzare una controparete di cartongesso (priva di fini strutturali) fissata ad un telaio che permetta la circolazione dell’aria tra le due superfici.

I listelli che formano il telaio devono consentire la circolazione dell’aria dal basso verso l’alto, pertanto non devono formare una barriera; va lasciato un po’ di spazio in basso ed in alto in modo che l’aria possa entrare ed uscire attraverso il reticolo, sia di lato che in verticale.

Tempo richiesto: 4 ore

  1. Forare i listelli

    Tenendo uniti i listelli che formano il telaio si possono tracciare in un solo passaggio le distanze tra i fori per i tasselli. Al centro di ciascun listello si fora con la punta del giusto diametro e poi si svasano i fori per incassare la testa delle viti.

  2. Fissare i listelli al muro

    Un fissaggio abbastanza rapido si ottiene utilizzando lunghi tasselli premontati espandibili a percussione piuttosto che tasselli tradizionali che richiedono lunghe avvitature. Basta inserire l’intero tassello nel foro ed espanderlo con 2-3 martellate.

  3. Tagliare il cartongesso

    Per tagliare il cartongesso è sufficiente un cutter con lama robusta: tracciata la linea di taglio a matita si guida la lama con l’aiuto di un riscontro rettilineo, affondandola senza passare da parte a parte.

  4. Separare i due pezzi

    Tenendo la lastra in piedi, con le mani dai lati, la si piega lungo il taglio premendo col ginocchio; l’anima in gesso si spezza nettamente, quindi, con la lastra ancora piegata, si effettua ancora una passata col cutter per separare del tutto i due pezzi.

  5. Avvitare le lastre al telaio

    Per avvitare le lastre al telaio non occorre preforare; si utilizzano comuni viti da legno a testa svasata da far rimanere leggermente sotto il filo piano della lastra.

  6. Stuccare e tinteggiare

    Il lavoro a regola d’arte prevederebbe l’applicazione del nastro microforato lungo le giunzioni per prevenire le screpolature e agevolare l’adesione dello stucco; trattandosi di un intervento in un locale di servizio, si può anche applicare soltanto lo stucco che garantisce comunque un buon risultato alla successiva tinteggiatura.

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